Quali sono le leggende che popolano il folklore di altri paesi? Sono spaventosi come quelli che noi siamo abituati ad ascoltare fin da piccoli? Oggi andremo a conoscere alcuni mostri giapponesi. Ovviamente, il folklore del Paese del Sol Levante è talmente tanto ricco da non poter parlare di tutte le creature che ne popolano i racconti in un solo articolo, per questo andremo a vedere solo 5 dei più terrificanti mostri giapponesi.
Indice
Futakuchi Onna
La Futakuchi Onna, il cui significato è “donna dalle due bocche”, ha un aspetto molto inquietante. Infatti, presenta una seconda bocca posta sulla nuca e questa pretende di essere sfamata, secondo una particolare versione, anche i capelli della donna si animano che sfamarla.
Tra i mostri giapponesi è uno dei più conosciuti. Ci sono diversi racconti legati a questo essere, il primo narra di un uomo che decise di prendere moglie, ma essendo molto avaro richiedeva che la donna dovesse avere un’unica qualità: quella di mangiare poco. Una volta trovata la donna che rispondesse a questi requisiti la sposò. Nonostante però lei non fosse particolarmente affamata le scorte di riso dell’uomo continuavano a diminuire molto velocemente. Divorato dei sospetti, un giorno finse di uscire di casa ma, invece, si mise a osservare le scorte di cibo per capire cosa avvenisse. Così scoprì che effettivamente era sua moglie a mangiare le scorte di riso, ma la cosa inquietante era che sulla nuca, tra i capelli, aveva una seconda bocca che ingurgitava cibo.
Un’altra versione, invece, narra di un uomo che rimasto vedovo si risposò poco dopo. La donna che aveva sposato però amava solo i figli che lei stessa aveva partorito mentre quello del precedente matrimonio, il suo figliastro, non lo considerava e non lo sfamava. Così il povero bambino morì per denutrizione. Precisamente 49 giorni dopo la sua morte, mentre un uomo, spaccava la legna la sua ascia si ruppe e un pezzo colpì proprio sulla nuca la crudele matrigna.
Quella brutta ferita non riuscì a rimarginarsi, e dopo un po’ di tempo capirono che c’era qualcosa che non andava, infatti, il taglio comincio a mutare. I lembi della pelle si gonfiarono fino a formare delle labbra, alcune scaglie formarono invece una specie di dentatura e, infine, una piccola massa di carne inizio a crescere fino a diventare una vera e propria lingua. La ferita era dolorante e la donna scoprì che solo sfamandola il dolore spariva. Però scoprì ben presto che il dolore era il minore dei mali. Un giorno all’improvviso la bocca sulla nuca inizio a parlare e a ripetere due parole in continuazione: «Chiedimi perdono… Chiedimi perdono…».
Si pensa che la storia della Futakuchi Onna probabilmente veniva raccontata alle matrigne di cui avevano il sospetto che non amasse particolarmente l’idea di crescere i figli della precedente moglie del marito.
Gashadokuro
Il Gashadokuro, il cui nome significa “scheletro affamato”, noto anche come Ōdokuro è un mostro che nasce quando si accumulano tutti i rancori della gente che muore nei campi in modo violento, oppure di stenti. Quando le ossa di centinaia di vittime si riuniscono in un’unica massa, possono formare uno scheletro gigante noto come Gashadokuro. Esce solo di notte, lo si avverte perché fa rumore mentre cammina… denti che battono e ossa che vibrano, quando trova degli uomini li aggredisce schiacciandoli tra le mani o mordendogli la testa.
Adesso vi narrerò la storia di un dokuro, ovvero un teschio, che ricambiò una gentilezza.
Si narra che un uomo che era in viaggio decise di fermarsi a riposare nei campi di bambù durante la notte. Qui però l’uomo non riusciva proprio a prendere sonno perché sentiva in continuazione una voce che si lamentava di avere un forte dolore all’occhio. Così una volta arrivata all’alba l’uomo cercò di capire da chi provenisse quella voce. Ma riuscì a trovare solamente un teschio che aveva una canna di bambù che fuoriusciva da una delle orbite vuote. Decise di togliere la canna di bambù e offrire il riso al teschio che cominciò a parlare. Gli disse che era stato ucciso dal suo stesso zio che era stato abbandonato proprio in quel campo tanto tempo addietro.
Così il suo corpo ormai diventato scheletro era stato tormentato da quel bambù che era cresciuto nell’occhio e solo grazie all’aiuto dell’uomo finalmente era riuscito a liberarsi da questo dolore. Gli disse anche che per ringraziarlo avrebbe dovuto presentarsi l’ultimo giorno dell’anno a casa sua. Così l’uomo, arrivato quel giorno, andò in quella che era stata la casa del teschio quando era ancora in vita. Lì trovò il fantasma del ragazzo che gli offrì cibo e denaro per ringraziarlo. Ma prima di svanire i genitori fecero in tempo a vederlo, venendo così a sapere qual era stato il terribile destino del figlio. Così si scoprì la colpevolezza dello zio che venne arrestato dando finalmente pace all’anima del povero ragazzo assassinato.
Hyakume
Lo Hyakume è uno tra i mostri giapponesi ad avere un aspetto davvero molto particolare. Infatti, il suo corpo carnoso è tutto ricoperto di occhi e se sono chiusi ha l’aspetto di un grumo di carne. Si aggira la notte proprio perché la luce del sole è troppo forte e abbaglierebbe tutti i suoi occhi. La cosa terrificante è che quando incontra un uomo sul suo cammino lo Hyakume schizza fuori uno dei suoi occhi e lo lancio all’inseguimento del povero malcapitato. Per fortuna dopo un po’ l’occhio cessa di seguirlo e ritorna al suo proprietario. Questo è un mostro che, insieme ad altri simili, è possibile che sia nato dall’antica superstizione popolare secondo la quale ogni volta che si ruba qualcosa appare un occhio sul corpo del ladro.
Tsuchigumo
Lo Tsuchigumo è un mostro che possiede enormi poteri e che ha le sembianze di un terribile ragno di terra gigante. Riesce a mutare aspetto per ingannare le proprie vittime e si serve anche di un filo per intrappolarle. A Minamoto no Yorimitsu (conosciuto anche come Minamoto no Raikō) gli venne una forte febbre che proprio non riusciva a passargli, nemmeno con l’intervento dei più grandi esperti della medicina dell’epoca.
Quando gli uomini che tentavano di guarirlo si ritirarono nelle proprie stanze, una figura di un monaco alto più di 2 metri si avvicinò al suo letto e gli lanciò addosso tanti fili. Yorimitsu riuscì a difendersi con la propria spada e lo ferì. Così accorsero gli altri che grazie alle tracce di sangue riuscirono a rintracciare il mostro. Lo trovarono in una vecchia tomba e quando la scoperchiarono lo Tsuchigumo balzò fuori lanciando ancora una volta i suoi fili, gli uomini dopo una lotta furiosa riuscirono ad avere la meglio sul mostro.
Umi Bozu
Anche nella cultura giapponese ci sono dei mostri marini, uno di questi è proprio l’Umi Bozu. Questo monaco marino ha l’aspetto di un enorme spettro nero. Le uniche particolarità visibili sono degli enormi occhi lucenti e un becco. Esistono però anche altre versioni che sono addirittura prive di occhi.
Quando uno di questi mostri appare dalle acque, tutti consigliano di cercare di osservarlo silenziosamente. Se questo non viene rispettato e si crea molta agitazione, allora la nave verrà capovolta. L’Umi Bozu si presenta soltanto durante la notte, nella zona del Tohoku si è soliti offrire dopo una buona pesca delle primizie alla divinità marina, in modo da placarla ed evitare che si scateni contro le navi.
La vita è un sonno e la morte è il tempo del risveglio, e l’uomo cammina fra l’uno e l’altro come un fantasma.
Fonti per: 5 terrificanti mostri giapponesi
Bibliografia
Mizuki S., Enciclopedia dei Mostri Giapponesi, Bologna, Kappalab, 2013
Hearn L., Lacombe B., Storie di fantasmi del Giappone, Milano, L’Ippocampo, 2021
Sitografia
www.wikipedia.org