Locanda infestata di Voltri

La locanda infestata di Voltri: Cà delle Anime

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La locanda infestata di Voltri, nota come “Cà delle Anime”, è un luogo avvolto nel mistero, dove storia e leggenda si intrecciano tra grida notturne e presenze inspiegabili.

Nelle alture di Voltri, nell’estremo ponente genovese, si cela una storia che ha dell’incredibile. Un racconto che non è solo leggenda, ma un miscuglio di fatti storici, folklore popolare e inquietanti coincidenze. C’è chi giura di aver sentito lamenti tra i muri di un antico casolare immerso nel verde e chi sostiene di aver intravisto, dietro un vetro impolverato, il volto sbiadito di una donna vestita di bianco. Ma perché proprio a Voltri? E perché questo luogo continua ad attrarre curiosi e appassionati di storie di fantasmi?

È interessante notare come proprio la Strada dei Giovi, che collega Voltri all’entroterra piemontese, sia stata nei secoli un asse fondamentale per scambi commerciali. Spezie, tessuti, metalli e persone attraversavano quella via, e tra le sue curve si nascondevano locande pronte a offrire ristoro. Non tutte, però, accoglievano gli ospiti con buone intenzioni.

La Cà delle Anime tra storia e leggenda

Si racconta che, nel secondo dopoguerra, una famiglia in difficoltà abbia trovato rifugio in un vecchio casolare abbandonato, proprio lungo la Strada dei Giovi. Un tetto sotto cui ricominciare. Ma già dopo pochi giorni qualcosa inizia a non quadrare. Oggetti che si spostano da soli, porte che si chiudono con violenza e lamenti notturni che sembrano provenire dal piano superiore. Fin qui, una classica storia di fantasmi.

Le cose prendono una piega ancora più surreale quando, una sera, alla porta si presenta una giovane donna pallida, abbigliata come se fosse uscita da un quadro antico. Dice di cercare il suo amore, “sparito” per colpa di qualcuno. Poi, puff, svanisce nel nulla lasciando nell’aria un intenso profumo di rose. Da quel momento il casolare viene ribattezzato “Cà delle Anime”. Un nome che già da solo suggerisce brividi.

Ma le storie più inquietanti affondano le radici molto più indietro nel tempo, in un Medioevo tutt’altro che romantico. Quando la Repubblica di Genova era all’apice del suo potere e la valle Stura, ricca di risorse naturali, era un nodo strategico per il commercio e la lavorazione del ferro.

In quel periodo, una locanda gourmet nei pressi della Canellona divenne celebre tra i viaggiatori. Si diceva facesse i migliori ravioli della zona. Ma il motivo della sua fama, con il senno di poi, non era certo il menu. I locandieri, infatti, avevano trasformato il luogo in una vera e propria trappola per i clienti più facoltosi. Stanze “comode” dotate di soffitti mobili pronti a schiacciare chiunque vi dormisse sotto. Una volta uccisi, i viaggiatori venivano derubati e, in molti casi, fatti a pezzi e seppelliti nei terreni adiacenti. Oppure, secondo alcune voci, cucinati e serviti sotto forma di stufato.

Fantasmi, cannibalismo e turismo nero: la fama della locanda infestata

Nel tempo, le denunce dei familiari delle vittime e alcuni ritrovamenti inquietanti, come quello di una falange umana in un monastero, portarono a scoprire l’orribile verità. I colpevoli vennero condannati a morte, ma il danno era fatto. La casa cadde in rovina, nessuno voleva più avvicinarsi. E così nacque la leggenda nera della Cà delle Anime.

Durante gli anni Ottanta, la RAI dedicò un servizio alla vicenda, alimentando ancora di più l’interesse verso il luogo. Un interesse che si è trasformato in vero e proprio culto per appassionati di ghost tour, attratti dalla combinazione di elementi storici, architettura decadente e misteri irrisolti.

Eppure nel 2018 è accaduto qualcosa di sorprendente. La struttura è stata acquistata e completamente ristrutturata. Oggi risulta abitata. I nuovi proprietari giurano di non aver mai assistito a fenomeni paranormali, ma le voci non si sono mai placate. C’è ancora chi sostiene di sentire lamenti provenire dal terreno e di intravedere una figura femminile alla finestra, con lo sguardo perso nel vuoto.

È solo suggestione o ciò che è stato lascia davvero un’impronta indelebile nei luoghi? Forse la verità è, come spesso accade, a metà strada tra realtà e leggenda. Ma una cosa è certa: la Cà delle Anime di Voltri non è un luogo come gli altri.

Cà delle Anime

Chi passa da quelle parti, magari diretto verso la valle Stura, non può fare a meno di lanciare un’occhiata fugace verso quel vecchio edificio, immerso nella vegetazione. Per alcuni è solo una casa ristrutturata. Per altri, è il simbolo di una storia che ancora oggi non smette di far parlare di sé.

E se davvero la giovane in abito bianco fosse ancora lì, alla ricerca del suo amore? Meglio non bussare alla porta, nel dubbio.

Foto generate con l’IA

Diana

Da sempre, leggere e scrivere sono state le mie grandi passioni, evolute in una carriera di SEO copywriter dal 2014. Oltre a ciò, scrivo romanzi, esplorando mondi e storie che riflettono il mio amore per la musica, l'archeologia, gli animali, il genere fantasy e i misteri. Sono affascinata da film, serie TV e, soprattutto, dal genere fantasy, che alimenta la mia immaginazione e ispira la mia creatività.

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