Il caso del viaggio nel tempo a Versailles incuriosisce ancora oggi: due donne inglesi, in pieno XX secolo, affermarono di aver vissuto un’esperienza inspiegabile tra i giardini del Petit Trianon, ritrovandosi all’improvviso nel passato.
A volte, camminando in un luogo carico di storia, capita di percepire un’energia diversa, difficile da spiegare. Succede soprattutto in quei luoghi dove il tempo sembra essersi fermato, come accade nei giardini della reggia di Versailles. Proprio qui, nel lontano agosto del 1901, due donne inglesi si persero tra i vialetti alberati del parco, ritrovandosi in una scena che avrebbe cambiato la loro vita.
Non si trattò solo di uno smarrimento geografico, ma di qualcosa di ben più misterioso: un vero e proprio viaggio nel tempo a Versailles, almeno secondo la loro testimonianza. Ma cosa videro davvero Anne Moberly e Eleanor Jourdain quel giorno? E perché la loro storia, raccontata anni dopo, continua a far discutere?
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Viaggio nel tempo a Versailles: un pomeriggio fuori dal tempo
Il 10 agosto 1901, in una giornata di sole limpido, due insegnanti del St. Hugh’s College di Oxford si trovavano a Versailles, desiderose di visitare il Petit Trianon, rifugio preferito della regina Maria Antonietta. Fin qui nulla di insolito, se non fosse che durante la passeggiata cominciarono a percepire qualcosa di strano. L’atmosfera divenne ovattata, il paesaggio sembrava sospeso e immobile, come in un dipinto.
Secondo quanto riportato, le due donne incontrarono giardinieri vestiti con giacche lunghe e cappelli a tricorno, figure che sembravano uscite da un’epoca passata. Incuriosite ma anche un po’ confuse, chiesero indicazioni e continuarono la visita. Poco dopo si trovarono davanti a un uomo avvolto in una mantella, poi a una donna vestita in stile settecentesco, seduta sull’erba intenta a disegnare. Uno sguardo fisso e inquietante, raccontano, che le fece rabbrividire. Arrivate infine al Petit Trianon, tutto sembrò tornare normale: altre persone in visita, un’atmosfera più vivace, quasi come se si fossero svegliate da un sogno.
Il dettaglio più sorprendente è che le due donne, pur avendo vissuto insieme l’esperienza, non ne parlarono subito. Fu solo al ritorno in Inghilterra, mesi dopo, che confrontarono i ricordi e si resero conto di aver entrambe percepito qualcosa di straordinariamente anacronistico. La scoperta che il 10 agosto 1792 era il giorno in cui Maria Antonietta e Luigi XVI vennero arrestati proprio al Petit Trianon, aggiunse ulteriore inquietudine alla vicenda. Si trattava solo di coincidenze, o qualcosa di più?
Una storia tra suggestione, memoria e mistero storico
Il caso delle due donne a Versailles ha attirato l’attenzione di studiosi, storici e appassionati di fenomeni paranormali. Nel 1911, le protagoniste pubblicarono un libro intitolato An Adventure, dove raccontarono in dettaglio l’esperienza vissuta. L’opinione pubblica si divise: c’è chi parlò di un caso di slittamento temporale, chi invece suggerì una messinscena o un’allucinazione condivisa.
Secondo alcune indagini successive della Society for Psychical Research, non pochi dettagli della storia sembravano essere stati arricchiti nel tempo. Lettere, appunti e confronti con altre fonti storiche indicarono che certi particolari – come l’identificazione della donna disegnatrice con Maria Antonietta – potevano essere stati aggiunti solo dopo accurate ricerche. La mente umana, si sa, tende a riempire i vuoti della memoria, specialmente quando si vuole trovare un senso a qualcosa di insolito.
Eppure, resta un dubbio difficile da dissipare. Come potevano due donne, nel 1901, descrivere con tanta precisione alcuni dettagli di abiti, comportamenti e scenografie settecentesche, senza averli mai studiati prima? Si è ipotizzato che possano aver inconsapevolmente assistito a una rievocazione storica, magari organizzata da aristocratici eccentrici come il poeta Robert de Montesquiou, noto per le sue feste in costume proprio nei dintorni di Versailles. Ma allora perché nessun altro ne fu testimone?
Versailles tra storia e leggenda: quando il passato sembra toccare il presente
Il fascino di episodi come quello del presunto viaggio nel tempo a Versailles risiede nella loro ambiguità. Non è tanto la veridicità dei fatti a colpire, quanto la loro capacità di evocare domande profonde. Si può davvero credere che esistano varchi temporali? O è la mente, di fronte a un luogo così carico di storia, a generare illusioni così vivide da sembrare reali?
Versailles, con i suoi giardini perfettamente simmetrici, i palazzi ricchi di specchi e decorazioni barocche, è da sempre simbolo di un’epoca affascinante e tragica. Camminarci oggi, sapendo cosa vi accadde secoli fa, può indurre una forma sottile di suggestione. Chiunque si sia ritrovato a camminare da solo in un luogo storico sa quanto sia facile, per un attimo, immaginare di essere osservati da occhi del passato.

Che cosa videro davvero le due insegnanti inglesi in quel pomeriggio d’estate? Nessuno può dirlo con certezza. Ma forse, proprio in questo risiede la potenza della loro storia: nel dubbio, nella possibilità che il tempo, a volte, possa davvero piegarsi per qualche istante. Un istante in cui realtà e memoria si fondono, e tutto sembra possibile.
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