Guerrieri Berserker

I Berserker: scopriamo chi erano questi feroci guerrieri vichinghi

Home » I Berserker: scopriamo chi erano questi feroci guerrieri vichinghi

Feroci, fuori controllo, a tratti persino inumani: i Berserker erano guerrieri vichinghi capaci di seminare il panico solo con la loro presenza. Si dice fossero talmente temuti che bastava saperli in avvicinamento per far tremare un esercito intero. C’è qualcosa, in loro, che sfugge alla logica e continua a incuriosire ancora oggi.

Secondo antiche leggende, incarnavano la forma più selvaggia e istintiva del combattimento. Non si trattava solo di muscoli e armi, ma di una trasformazione mentale profonda, quasi animalesca. Il loro nome stesso, “Berserker“, fa pensare a un legame strettissimo con l’orso: “ber-serkr” significherebbe proprio “pelle d’orso”. riferimento diretto alle pelli che indossavano, simbolo della loro fusione con la bestia.

La storia li descrive come uomini che, durante la battaglia, sembravano perdere completamente il controllo di sé. Urlavano, sbavavano, colpivano chiunque si trovasse davanti, in un delirio di rabbia e violenza. Ma cosa c’era dietro a questa trasformazione? Suggestione religiosa, rituali pagani o forse qualcosa di più chimico? Alcune ipotesi parlano di funghi allucinogeni, altre di preparazioni rituali a base di sangue animale. La verità è che nessuno lo sa con certezza, e proprio questo alone di incertezza rende i Berserker ancora più affascinanti.

Chi erano davvero i Berserker vichinghi?

Pare che i Berserker fossero qualcosa di più di semplici guerrieri: si parla spesso di una sorta di confraternita, legata a Odino, la divinità più complessa del pantheon nordico. Non solo combattenti, quindi, ma figure quasi sacre, immerse in un culto dove la battaglia era anche rito. Non portavano corazze luccicanti o elmi dorati, ma pelli grezze di orso o lupo, probabilmente per assorbire la forza della bestia o, più semplicemente, per terrorizzare chiunque li vedesse arrivare.

Alcuni studiosi ipotizzano che il gruppo fosse composto da dodici membri. Un numero che, a ben guardare, non sembra scelto a caso: dodici come i mesi, le costellazioni, i cicli della vita. E per entrarci? Niente di semplice: bisognava superare prove estenuanti, non solo con la spada, ma anche con la mente. Resistere al dolore, alla fatica, al freddo. Forse era anche questo a renderli così letali.

Il momento più impressionante era quello che precedeva l’inizio della battaglia. I Berserker cadevano in uno stato chiamato “berserkrgangr“: una sorta di trance in cui sembravano non provare dolore, paura o esitazione. Alcuni testimoni raccontavano che mordessero gli scudi, si colpissero da soli, ringhiassero come bestie. In questo stato, si lanciavano contro il nemico con una violenza tale da sembrare inarrestabili. Ma dopo la battaglia, crollavano esausti, come se quell’energia venisse da qualcosa di esterno a loro stessi.

Berserker e battaglie leggendarie: tra verità storica e mito

I Berserker non erano guerrieri qualunque. In molte saghe nordiche si raccontano le loro gesta con ammirazione, ma anche con timore. Alcuni li vedevano come eroi invincibili, altri come esseri dannati, incapaci di distinguere amico da nemico.

C’è una storia, forse più leggenda che cronaca, che ruota attorno alla battaglia di Stamford Bridge nel 1066. Si racconta di un solo Berserker che, piazzato nel mezzo di un ponte, riuscì a tenere testa a un intero esercito inglese. Solo lui, con la sua ascia enorme e la furia negli occhi. Nessuno riusciva a superarlo: uno dopo l’altro cadevano, come se davanti avessero una forza della natura. Finché qualcuno, con un colpo basso e parecchio ingegno, infilò una lancia tra le assi del ponte e lo trafisse da sotto. Fine dell’eroe? Forse. O forse l’inizio del mito.

Non è facile capire come davvero fossero visti questi uomini. Alcuni scrittori cristiani li descrivevano come indemoniati, creature fuori dal mondo. Altri, come Saxo Grammaticus, li consideravano modelli estremi di coraggio e ferocia. E poi c’è Beowulf, quell’eroe senza paura che si getta sui mostri a mani nude: non era un Berserker, ma alcune somiglianze fanno riflettere. Forse, più che un’etichetta storica, è un’idea, un modo di essere che trascende le epoche.

Ma davvero questi uomini erano fuori controllo, o dietro il loro comportamento c’era una strategia? Intimorire l’avversario con urla, sangue e ferocia poteva essere una forma primitiva ma efficace di guerra psicologica. E forse anche per questo, molti re scandinavi li usavano come truppe d’élite, da schierare nei momenti più critici.

L’eredità dei Berserker nella cultura moderna

Oggi, dire che qualcuno “va in Berserk” è diventato quasi un modo di dire. Eppure, dietro quell’espressione c’è un mondo intero fatto di storie, urla e sangue. Nei giochi, nei fumetti, nei videogiochi: il berserker spunta ovunque, riconoscibile per la sua forza animalesca e per quell’istinto che sembra sopraffare ogni logica. Il manga giapponese “Berserk”, ormai di culto, ne è l’esempio più lampante: un protagonista divorato da una rabbia che non conosce tregua.

Ma non si tratta solo di intrattenimento. I Berserker, in fondo, parlano a una parte nascosta che tutti, prima o poi, si ritrovano ad affrontare. Quel lato viscerale e incontrollato che viene fuori nei momenti più estremi, quando la mente lascia spazio all’istinto. Un lato che spesso si cerca di nascondere, ma che è lì, in agguato.

Berserker guerrieri vichinghi

Alla fine, questi guerrieri non sono più solo figure mitologiche: sono diventati simboli, quasi universali, di una forza che non ha bisogno di spiegazioni. Ed è forse proprio questa la ragione per cui continuano a far parlare di sé, tra fascino, paura e un pizzico di inquietudine.

In fondo, chi non ha mai avuto la tentazione di abbandonarsi per un attimo a una furia incontrollata, dimenticando tutto il resto?

Bibliografia

Silvestre J., I misteri del folklore: boschi e foreste, Rebelle Edizioni, 2023

Sitografia

www.wikipedia.org

Foto © Canva

Diana

Da sempre, leggere e scrivere sono state le mie grandi passioni, evolute in una carriera di SEO copywriter dal 2014. Oltre a ciò, scrivo romanzi, esplorando mondi e storie che riflettono il mio amore per la musica, l'archeologia, gli animali, il genere fantasy e i misteri. Sono affascinata da film, serie TV e, soprattutto, dal genere fantasy, che alimenta la mia immaginazione e ispira la mia creatività.

Post navigation