Le fate di Cottingley e Arthur Conan Doyle

Le fate di Cottingley: l’inganno che stregò il creatore di Sherlock Holmes

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Le fate di Cottingley sono state uno dei più famosi inganni del XX secolo, capace di ingannare perfino Sir Arthur Conan Doyle. Scopri come due ragazzine riuscirono a fare credere al mondo intero di aver fotografato delle fate.

Le fate di Cottingley rappresentano una delle più incredibili e curiose truffe del secolo scorso. Due giovani cugine, Elsie Wright e Frances Griffiths, riuscirono a ingannare anche uno dei più grandi scrittori del tempo, Sir Arthur Conan Doyle, facendogli credere che avessero fotografato delle vere fate nei boschi vicino al loro villaggio. Questo inganno, iniziato nel 1917, fu alimentato da una serie di circostanze favorevoli e dall’interesse per il paranormale dell’epoca. Nonostante lo scetticismo iniziale di alcuni, le fotografie delle fate di Cottingley divennero famose in tutto il mondo, affascinando studiosi, giornalisti e occultisti.

La nascita del mito: le foto de le fate di Cottingley

Tutto iniziò nel 1917, quando le cugine Elsie, di 16 anni, e Frances, di 10, scattarono le prime fotografie nel bosco vicino alla loro casa a Cottingley, un piccolo villaggio nello Yorkshire, Inghilterra. Le immagini mostravano le due ragazze circondate da piccole figure alate che sembravano danzare intorno a loro: le fate di Cottingley. Elsie, che aveva una certa abilità nel disegno, aveva creato le figure utilizzando cartoncini ritagliati e le aveva fissate con spilli per farle sembrare reali nelle foto.

Il padre di Elsie, un ingegnere, fu il primo a scoprire la truffa, definendo le foto “ridicole”. Tuttavia, la madre delle ragazze, Polly Wright, appassionata di occultismo, credette che fossero autentiche. Fu proprio lei a portare le fotografie all’attenzione della Società Teosofica di Bradford, un’organizzazione interessata a fenomeni paranormali. Da quel momento, le foto iniziarono a circolare tra studiosi dell’occulto, generando un crescente interesse.

Conan Doyle e il suo coinvolgimento nelle fate di Cottingley

Nel 1920, la vicenda delle fate di Cottingley raggiunse un punto di svolta quando il celebre scrittore Sir Arthur Conan Doyle, creatore di Sherlock Holmes, fu incaricato di scrivere un articolo sulle fate per lo Strand Magazine. Conan Doyle, da sempre affascinato dal paranormale e dall’occulto, venne a conoscenza delle fotografie delle cugine e decise di indagare sulla loro autenticità. Nonostante il suo scetticismo iniziale, Conan Doyle rimase profondamente colpito dagli scatti, tanto da credere che potessero rappresentare una prova concreta dell’esistenza del soprannaturale.

Per confermare o smentire la veridicità delle foto, Conan Doyle consultò numerosi esperti, sia nel campo scientifico che tra gli studiosi dell’occulto. Anche se alcuni suggerirono che potessero essere dei falsi, Doyle pubblicò due delle fotografie nel suo articolo, descrivendo l’evento come “epocale” e presentandolo come una scoperta straordinaria. L’articolo generò un enorme interesse tra il pubblico e la stampa, portando la vicenda delle fate di Cottingley sotto i riflettori internazionali.

Le reazioni della stampa e la perpetuazione del mito

La pubblicazione delle foto suscitò reazioni contrastanti. Da un lato, molti erano affascinati dall’idea che delle fate potessero esistere; dall’altro, diversi scettici misero in dubbio l’autenticità delle immagini. Conan Doyle, pur non essendo completamente convinto, utilizzò la vicenda per sostenere le sue teorie sull’esistenza di una realtà ultraterrena. L’interesse crescente del pubblico portò le cugine Elsie e Frances a scattare altre fotografie nel 1921, alimentando ulteriormente la discussione.

Nonostante l’interesse mediatico, la vicenda cominciò a perdere slancio quando le ragazze non furono in grado di produrre altre immagini convincenti. La mancanza di nuove prove, unita alla crescente pressione dei giornalisti, portò molti a sospettare che si trattasse di uno scherzo ben orchestrato. Le cugine, però, continuarono a negare qualsiasi frode, rilasciando dichiarazioni ambigue e mantenendo il mistero intorno alla vicenda.

Le fate di Cottingley: la verità rivelata

Fu solo nel 1983, a quasi settant’anni dal primo scatto, che Elsie e Frances decisero di rivelare la verità sulle fate di Cottingley. In un’intervista, le due ammisero di aver creato le fate utilizzando ritagli di cartoncino e spilli. Anche se continuavano a sostenere di aver percepito presenze soprannaturali nei boschi, riconobbero che le fotografie erano state un semplice scherzo. Nonostante questa confessione, Frances mantenne fino alla sua morte che l’ultima foto fosse genuina, alimentando ulteriormente il mito.

Con le moderne tecnologie, le fotografie furono analizzate e si dimostrò inequivocabilmente che erano false. Gli spilli utilizzati per tenere in posizione le figure di carta erano chiaramente visibili, svelando così il trucco. Tuttavia, il danno era ormai fatto: la vicenda delle fate di Cottingley aveva già ingannato migliaia di persone, incluso un uomo della statura intellettuale di Conan Doyle.

Lezioni da imparare: la magia del mito e della credulità umana

La storia delle fate di Cottingley rimane un esempio affascinante di come la credulità e il desiderio di credere nel soprannaturale possano portare a errori di giudizio, anche da parte di figure autorevoli come Conan Doyle. Questo episodio ci ricorda quanto sia potente l’immaginazione e quanto facilmente l’uomo possa essere ingannato, soprattutto quando si tratta di fenomeni che sfidano la logica e la razionalità.

Le fate di Cottingley
Elsie Wright e Frances Griffiths Foto © Wikimedia Commons – Sir Arthur Conan Doyle Foto © Canva

Nonostante la verità sia emersa, la vicenda delle fate di Cottingley continua ad affascinare e a essere studiata come un caso emblematico di inganno collettivo. Anche oggi, in un’epoca dominata dalla tecnologia, il desiderio di credere nel magico e nell’inspiegabile rimane forte, dimostrando quanto sia radicata nell’animo umano la ricerca del fantastico.

Foto di copertina © Canva

Diana

Da sempre, leggere e scrivere sono state le mie grandi passioni, evolute in una carriera di SEO copywriter dal 2014. Oltre a ciò, scrivo romanzi, esplorando mondi e storie che riflettono il mio amore per la musica, l'archeologia, gli animali, il genere fantasy e i misteri. Sono affascinata da film, serie TV e, soprattutto, dal genere fantasy, che alimenta la mia immaginazione e ispira la mia creatività.

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